Om L'Alpino di Sardegna
La commedia " L'Alpino di Sardegna" è una farsa campidanese in tre atti scritta in lingua sarda campidanese. Essa si collega idealmente al filone classico delle farse campidanesi. Nella commedia però prevale in realtà un altro tema: quello della pervasività psicologica del mezzo televisivo, capace di far credere ai telespettatori anche le cose più inverosimili. Qui la parte della credulona è ben incarnata dal personaggio di tzia Giuseppina Arixi, una popolana convinta che la TV dispensi sul serio premi e felicità, come nei sogni. Ma Antioco, suo genero in pectore, per quanto incapace, come la sua futura suocera, di leggere e capire la lingua italiana, è dotato di quella furbizia antica che metteva i nostri avi al riparo dalle soperchierie dei potenti (un po' come accadeva a Renzo dei Promessi Sposi, indisponibile a bersi il "latinorum" ingannevole di don Abbondio, oppure come leggiamo in certe novelle medioevali, dove il contadino dalle scarpe grosse è titolare di un cervello assai fino).
La storia de "L'Alpino di Sardegna" è ambientata in una Sardegna che forse oggi non esiste più. Essa narra la vicenda di Antioco, un giovane sardo che presta servizio militare in una caserma del Friuli, dove canta nel Coro Polifonico del Reggimento inserito nella Banda Militare dell'Esercito. Prima di partire in licenza per le vacanze di Pasqua riceve una lettera della sorella Agnese, una accanita fan televisiva che lo informa di avere vinto un viaggio premio a Roma grazie ad una delle sue innumerevoli partecipazioni telefoniche ai giochi a premio della Rai. Contemporaneamente il direttore della Banda gli consegna il testo dell'Inno d'Italia di Goffredo Mameli che egli dovrà studiare a memoria per essere eseguito nel Coro dell'Esercito al suo rientro dalla licenza, per la Festa della Repubblica che si tiene a giugno. Nella fretta e nella confusione della partenza il povero Antioco confonde però le due lettere e scambia la lettera della sorella con l'Inno di Mameli. La sua scarsa dimestichezza con la lingua Italiana lo indurrà a credere che la sua fidanzata Vitalia lo abbia tradito e sia incinta.
Non volendo fare scandali, da bravo ragazzo quale in fondo egli è, Antioco si finge pazzo, così da guadagnare tempo e scoprire che cosa ci sia sotto quella strana lettera. Il mistero, dopo una serie di esilaranti equivoci, si chiarirà al rientro della sorella dal viaggio premio, con l'intervento risolutore del Maresciallo dei Carabinieri che smaschera i due truffatori, ricercati ormai in tutta Italia per le truffe perpetrate a danno di spettatori ingenui e creduloni. Antioco e Vitalia potranno così ritrovarsi più innamorati che mai. Antioco presta servizio militare in una caserma del Friuli, dove canta nel Coro Polifonico del Reggimento inserito nella Banda Militare dell'Esercito. Prima di partire in licenza per le vacanze di Pasqua riceve una lettera della sorella Agnese, una accanita fan televisiva che lo informa di avere vinto un viaggio premio a Roma grazie ad una delle sue innumerevoli partecipazioni telefoniche ai giochi a premio della Rai e di Mediaset, che muove in quegli anni i suoi primi passi a livello nazionale. Contemporaneamente il direttore della Banda gli consegna il testo dell'Inno d'Italia di Goffredo Mameli che egli dovrà studiare a memoria per essere eseguito nel Coro dell'Esercito al suo rientro dalla licenza, per la Festa della Repubblica che si tiene a giugno. Nella fretta e nella confusione della partenza il povero Antioco confonde però le due lettere e scambia la lettera della sorella con l'Inno di Mameli. La sua scarsa dimestichezza con la lingua Italiana lo indurrà a credere che la sua fidanzata Vitalia lo abbia tradito e sia incinta. Non volendo fare scandali, da bravo ragazzo quale in fondo egli è, Antioco si finge pazzo. Antioco e Vitalia si ritroveranno così più innamorati che mai. Alla fine del testo il lettore interessato troverà un glossario sardo-italiano
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