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  • av Grazia Deledda
    345,-

    ...Sopra un tavolino accanto al letto, coperto da un antichissimo tappeto sardo di tela di lino, adorno di frange e trapunti rossi, fra chicchere e bicchieri e calici e ampolle, una candela ad olio d'oliva illuminava il semplice ambiente pulito e antico. In breve Salvatore fu tra le bianche lenzuola grossolane, e cominciò a trarre grandi sospiri, a sbadigliare, a dimenarsi, quasi stesse per sopraggiungergli un accidente. Agada, ch'era uscita portando via il catino, rientrò e avvicinandosi leggermente al letto non si stupì per lo stato del marito; egli si dimenava così tutta la notte, con un sonno inquieto e quasi nervoso, ma purchè avesse i piedi puliti, la moglie non ne faceva caso e do...

  • av Thomas Moore
    345,-

    Nella beata regïon del sole Cui primiera sorgendo egli saluta Fra le Perse contrade, ove ridenti Figli del raggio suo sbocciano i fiori E s'indorano i frutti in ogni riva, E leggiadro su tutte altre fiumane Il Murga la sua chiara onda rivolve Infra i boschetti e i nobili palagi Onde bella è Merou, quivi su trono, A cui lo sollevò cieca credenza

  • av Grazia Deledda
    345,-

    Aveva appena finito di predicare, il grosso frate barbuto, e se ne tornava al convento, anzi del convento già rasentava il muro dell'orto, di sopra del quale le nuvole bianche dei peri e dei susini in fiore lasciavano cadere una silenziosa nevicata di petali sul marciapiede deserto. Sul marciapiede opposto, di là dalla strada larga dove il sole già caldo sebbene al tramonto e un venticello che sapeva ancora di neve giocavano un loro gioco malizioso e sensuale, solo una donna passava quasi di corsa, agitata, con le mani gesticolanti, le falde della giacca che si aprivano e si chiudevano come due ali nere di sopra e viola di sotto. Rimasto indietro di qualche passo, il frate si accorse che...

  • av Alberto Boccardi
    345,-

    La vecchia casa, appartenente da oltre settanta anni alla famiglia dei Sant'Angelo, è sita in una delle più belle e pittoresche posizioni dell'alto Friuli. L'edificio a due piani, fabbricato nello stile de' villini veneti, è posto sul colmo di una collinetta in mezzo alla vallata ubertosa, che si stende da Tricesimo a Cividale. La vista che vi si gode è stupenda: dal grande balcone della sala al primo piano l'occhio abbraccia una distesa larghissima di paese: di fronte, nella lontananza, ritto sulla curva cerulea dell'orizzonte, l'angelo d'oro che si libra sul castello di Udine; poi, mezzo nascosti tra le spalliere de' gelseti, o surgenti come bianche fantasie in mezzo alla vastità dei p...

  • av Gabriele d'Annunzio
    345,-

    PONGO il tuo nome anche in fronte a questo libro che sopra tutti singolarmente tu prediligi, o Cenobiarca: in fronte a questo libro che io ti ho scritto con curiosa lentezza nella sede dell'Arte Severa e del Silenzio. Poi che l'ultima pagina fu compiuta, tu avesti comune con me quella sùbita ingannevole gioia su cui più tardi il crepuscolo primaverile diffuse un così puro velo di malinconia. E avesti comune con me il rammarico per le già lontane sere quando tu salivi alla mia cella remota e quivi, nella gran quiete conventuale, mentre fumigava entro le tazze la bevanda favorita e parevami si spandesse nell'aria il calore delle nostre intelligenze, io ti leggeva ad alta voce la mia scritt...

  • av Galileo Galilei
    345,-

    Io non ho mai potuto intendere, Illustrissimo Signore, onde sia nato che tutto quello che de¿ miei studi, per aggradire o servire altrui, m¿è convenuto metter in publico, abbia incontrato in molti una certa animosità in detrarre, defraudare e vilipendere quel poco di pregio che, se non per l¿opera, almeno per l¿intenzion mia m¿era creduto di meritare. Non prima fu veduto alle stampe il mio Nunzio Sidereo,dove si dimostrarono tanti nuovi e meravigliosi discoprimenti nel cielo, che pur doveano esser grati agli amatori della vera filosofia, che tosto si sollevaron per mille bande insidiatori di quelle lodi dovute a così fatti ritrovamenti: né mancaron di quelli che, solo per contradir ä mie...

  • av Umberto Fracchia
    345,-

    Le stelle di cui il cielo ora è pieno, appunto perchè splendono perennemente sono un indizio certo della nostra morte. Ma io che le contemplo mentre compaiono e scompaiono, a volta a volta fra le rade nuvole naviganti l'azzurro, in aggruppamenti inaspettati e nuovi, sento scendere sui miei occhi non so qual liquido filtro che mi rende oblioso così della morte come della vita. Distrattamente ascolto i rumori e le musiche del bosco, il canto dei rosignoli nell'ombra, il fruscìo dei giunchi (di seta), le voci umane giù per i campi e nell'isolata casa del mulinaio, e sento che queste cose non sono fatte per me. Troppo semplici, troppo serene.

  • av Matilde Serao
    345,-

    Come Maria Vitale schiuse il portoncino di casa, fu colpita dalla gelida brezza mattutina. Le rosee guancie pienotte impallidirono pel freddo; il corpo giovenilmente grassotto rabbrividì nell¿abituccio gramo di lanetta nera: ella si ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di lana azzurra, che fingeva di essere un paltoncino. Nella piazzetta dei Bianchi non passava un¿anima: la bottega del fabbro era ancora chiusa, la tipografia del Pungolo era sbarrata: per i vicoli di Montesanto, di Latilla, dei Pellegrini, dello Spirito Santo che sbucavano nella piazzetta, non compariva nessuno.

  • av Arrigo Boito
    345,-

    Chi sa giocare a scacchi prenda una scacchiera, la disponga in bell'ordine davanti a sé ed immagini ciò che sto per descrivere. Immagini al posto degli scacchi bianchi un uomo dal volto intelligente; due forti gibbosità appaiono sulla sua fronte, un po' al disopra delle ciglia, là dove Gall mette la facoltà del calcolo; porta un collare di barba biondissima ed ha i mustacchi rasi com'è costume di molti americani. È tutto vestito di bianco e, benché sia notte e giuochi al lume della candela, porta un pince-nez affumicato e guarda attraverso quei vetri la scacchiera con intensa concentrazione.

  • av Jean Racine
    329,-

    "Thébaïde, ou les Frères Ennemis" is a tragic play written by the famous French playwright Jean Racine. It was one of Racine's early works, written before he gained widespread recognition as a playwright.The play is set in the ancient city of Thebes and revolves around the conflict between two brothers, Eteocles and Polynices, who are both vying for control of the city. The plot is deeply entwined with themes of power, ambition, and familial strife. The prophecy of the city's destruction and the intervention of the gods also play a significant role in the unfolding tragedy.While "Thébaïde" is not as well-known as some of Racine's later tragedies, it showcases his talent for exploring complex human emotions and moral dilemmas. Racine's use of classical themes and language is evident in this early work.

  • av Prosper Merimee
    279 - 329,-

  • av Charles Beaudelaire
    329,-

    "Les Fleurs du Mal" (in English, "The Flowers of Evil") is a seminal collection of poetry written by the French poet Charles Baudelaire. Published in 1857, it is considered one of the most important works in French literature and a key milestone in the evolution of modern poetry.Baudelaire's poetry in "Les Fleurs du Mal" is known for its exploration of themes such as beauty, decadence, ennui, and the complexities of modern life. The collection is divided into several sections, with some of the most famous poems including "To the Reader" and "The Albatross."The poetry in "Les Fleurs du Mal" is characterized by its symbolism, sensuality, and a deep exploration of human emotions and desires. It often challenges societal norms and conventions of the time.The title of the collection, "Les Fleurs du Mal," reflects its themes of beauty and evil, and the work as a whole is considered a masterpiece of French literature.

  • av Rene Descartes
    265 - 329,-

  • av Leon Tolstoi
    329,-

    Léon Tolstoï is best known for his works in Russian literature, and there's no widely recognized work by him with the title "Le Diable" in French.

  • av Henri Poincare
    399,-

    "La Science et l'Hypothèse" (in English, "Science and Hypothesis") is a philosophical and scientific work by the renowned French mathematician and physicist Henri Poincaré. In this book, Poincaré explores the philosophy of science and the role of hypothesis in scientific inquiry.The book is a collection of essays in which Poincaré delves into various aspects of the scientific method, the relationship between theory and experiment, and the importance of hypothesis in the development of scientific knowledge. He emphasizes the creative and heuristic nature of hypothesis formation and its significance in advancing scientific understanding.Poincaré's work is notable for its insights into the philosophy of science and the intricate interplay between mathematical theory and empirical observation. It has had a lasting impact on the philosophy of science and continues to be studied and referenced by scholars in various fields.

  • av Maurice Maeterlinck
    329 - 399,-

  • av Leon Tolstoi
    399,-

    "La Sonate à Kreutzer" (in English, "The Kreutzer Sonata") is a novella written by the Russian author Leo Tolstoy, known as Léon Tolstoï in French. This work is a powerful and controversial exploration of themes related to marriage, jealousy, and morality.The story is narrated by Pozdnyshev, who reflects on his failed marriage and the circumstances that led to the tragedy. The central focus of the novella is the intense jealousy Pozdnyshev feels, particularly regarding his wife's relationship with a violinist named Trukhachevsky and their performance of Beethoven's Kreutzer Sonata.Tolstoy delves deep into the psychological and emotional aspects of jealousy, love, and human nature. "La Sonate à Kreutzer" is celebrated for its exploration of morality, relationships, and the consequences of irrational jealousy.

  • av Pierre Loti
    329 - 399,-

  • av Emile Chevalier
    399,-

    ¿Les Chinouks sont des femmelettes. Ils ne savent pas plus vaincre leurs ennemis que les torturer. Moi, j'ai tué deux fois quatre de leurs guerriers.¿Tu as menti, Queue-de-Serpent, répliqua un des chefs, en frappant le prisonnier de son tomahawk.Un flot de sang jaillit de la blessure que celui-ci avait reçue au visage. Sans pousser une plainte, il continua:¿Oui, dans ma cabane, pendent les chevelures de deux fois quatre de ceux que les Chinooks appellent leurs braves sont morts en pleurant comme des daims timides.Un nouveau coup de tomahawk l'atteignit à la poitrine. Les muscles frémirent, ses dents grincèrent et des gouttes de sueur perlèrent son front, mais la douleur ne lui arracha aucun cri, aucun mouvement convulsif.¿Les Chinouks, poursuivit-il stoïquement, ont le bras aussi faible que l'esprit. C'est du sang de lièvre qui gonfle leur coeur. Comment pourraient-ils triompher des vaillants Clallomes, eux qui ne peuvent les renverser quand les Clallomes sont attachés? J'ai enlevé ta femme, Oeil-de-Carcajou, et elle m'a servi comme esclave.A ces mots, l'indien qu'il interpellait bondit de fureur. Tirant de sa gaine un long couteau, il se précipita sur le captif pour l'en percer. Un de ses compagnons l'arrêta.¿Non, ne le tue pas encore, lui dit-il; nous lui montrerons comment les Chinooks traitent les hiboux de son espèce.Et, saisissant un bâton enflammé qui se consumait sur un brasier voisin, il flamba les jambes de sa victime, tandis que Oeil-de-Carcajou lui faisait de larges entailles dans le ventre en vociférant:¿Si tu as rendu ma femme esclave, je rendrai la tienne veuve, et je mangerai ta chair pour en jeter le reste aux chiens.¿Mange-la donc; car tu en as besoin pour te donner le courage qui te manque, reprit froidement le Clallome.

  • av George Sand
    385,-

  • av Maurice Leblanc
    329 - 399,-

  • av Emile Chevalier
    399,-

    Il faisait tout à fait nuit quand le chasseur arriva au lieu où il avait dressé ses pièges la nuit précédente. C'était un de ces sites pittoresques que l'on trouve seulement dans les chaînes des montagnes Rocheuses. Des barrières presque infranchissables, de gigantesques remparts de terre et de pierres en défendaient l'approche. Mais, si bien gardée qu'il fût par la nature, ce pertuis était accessible à un trappeur[1], car ses yeux exercés savent découvrir la passe la plus étroite, et sa main sait ouvrir les portes secrètes des montagnes: ses pieds sont familiers avec les sentiers désolés, et les mousses des arbres, aussi bien que les étoiles du firmament, servent à diriger ses pas.[Note 1: Les Canadiens-français désignent ainsi les gens qui font la traite des pelleteries dans l'Amérique septentrionale.]Le chasseur avait gagné la gorge solitaire dont nous venons de parler par un cul-de-sac que longtemps il avait cru connu de lui seul. Mais ayant, depuis peu, perdu plusieurs pièges tendus, au fond de cette gorge, près d'une rivière qui l'arrosait et s'échappait, en se frayant un passage à travers les masses de granit, il avait commencé à ne plus se considérer comme l'unique violateur de cette profonde retraite.Arrivé à sa destination il eut un mouvement de surprise et de colère, facile à concevoir, en remarquant que ses pièges avaient encore disparu. Une fois assuré du fait, il se mit à fureter ça et là, autant que les ténèbres pouvaient le lui permettre, pour découvrir quelques traces des auteurs de la soustraction; mais il lui fut impossible d'obtenir la moindre preuve que le lieu eût été visité par un blanc ou un Peau-rouge.

  • av Guy De Maupassant
    399,-

    "Le Docteur Héraclius Gloss et Autres Contes" is a collection of short stories by the acclaimed French writer Guy de Maupassant. Maupassant is renowned for his mastery of the short story genre and is considered one of the most influential figures in French literature.The stories in this collection offer a diverse range of narratives, often focusing on the intricacies of human behavior, society, and psychology. Maupassant's writing style is marked by its precise and detailed observations of characters and situations.

  • av Jules Verne
    335 - 399,-

  • av Luciano di Samosata
    345,-

    Da allora in poi non potendo io sopportare di rimanere più a lungo nella balena, andava mulinando come uscirne. In prima ci venne il pensiero di forare nella parete del fianco destro, e scappare. Ci mettemmo a cavare; ma cava, e cava quasi cinque stadi, era niente: onde smettemmo, e pensammo di bruciare il bosco, e così far morire la balena. Riuscito questo, ci saria facile uscire. Cominciando adunque dalle parti della coda vi mettemmo fuoco, e per sette giorni ed altrettante notti non sentì bruciarsi; nell¿ottavo ci accorgemmo che si risentiva, chè più lentamente apriva la bocca, e come l¿apriva la richiudeva. Nel decimo e nell¿undecimo era quasi incadaverita, e già puzzava.

  • av Luciano di Samosata
    345,-

    Glicera. Quel soldato d¿Acarnania che una volta si teneva la Preziosa e poi s¿innamorò di me, quegli che aveva quella bella e ricca clamide, te lo ricordi, o Taide, o te ne se¿ dimenticata? Taide. No, i¿ me lo ricordo, o Glicerina: bevve anche con noi l¿anno passato alle feste di Cerere. Ma perchè me ne dimandi? Pare che vuoi contarmi qualche cosa di lui. Glicera. Quella tristaccia della Gorgona, che mi faceva l¿amica, me lo ha tolto con inganno. Taide. Ed ora ei non viene più da te, e si tiene la Gorgona?

  • av Luciano di Samosata
    345,-

    II. Luciano dipinse il suo secolo non con altri colori che con quelli della satira, che è la pittura estetica del male: se egli ebbe ragione di così fare si vedrà nella storia, pittura scientifica del male e del bene. Nel mondo antico i Greci furono il popolo eletto, a cui la Provvidenza confidò l¿educazione intellettuale dell¿umanità, ed a cui diede il più vasto e lungo impero che sia stato su la terra, perchè fu impero d¿intelligenza. Come Venere uscita delle acque in una conca marina in mezzo alle Nereidi, così l¿Ellade circondata dalle sue isole sta fra l¿Asia minore e l¿Italia, alle quali porge la mano valicando il...

  • av Pierangelo Baratono
    345,-

    In paese lo chiamavano il «Gufo», perchè abitava una vecchia torre diroccata, spersa fra le sabbie, dalla quale non usciva, a compiere le sue solitarie passeggiate, se non quando le tenebre calavano sulla terra e sul mare. Di lui si sapeva soltanto ch'era scultore e che veniva da una città lontana lontana. Qualche pescatore, incontrandolo sulla spiaggia nelle notti lunari, ne aveva osservato il volto bruno, nascosto nella fitta barba e sotto lo spiovere dei capelli ed ancor più rabbuiato da un'espressione indefinibile di scoramento. Un doganiere dal rifugio del suo casotto in una sera di tempesta lo aveva scorto, al bagliore dei lampi, alzare le braccia verso il cielo in un gesto di minac...

  • av Yei Theodora Ozaki
    399,-

    "Japanese Fairy Tales" by Yei Theodora Ozaki is a collection of traditional Japanese folktales and legends, retold by Yei Theodora Ozaki, a Japanese translator and author. The book was first published in 1903 and is celebrated for bringing these enchanting stories to English-speaking readers.This collection includes a diverse range of tales, featuring legendary characters such as samurai, ghosts, demons, and animals. Many of the stories are deeply rooted in Japanese culture and mythology, offering readers a glimpse into the rich tapestry of Japanese folklore. The narratives often emphasize themes such as honor, bravery, and the supernatural.Yei Theodora Ozaki's retellings are notable for their accessible and engaging style, making these timeless tales enjoyable for readers of all ages. "Japanese Fairy Tales" has played a pivotal role in introducing Western readers to the captivating world of Japanese folklore.

  • av Cesare Lombroso
    345,-

    Fra i cento e più critici che tartassarono la mia teoria sul Genio, uno solo mi ha segnalata una vera, capitale lacuna: il Sergi: quando mi obbietta, nel Monist, che io ho sì illustrata e, forse, rivelata, la natura del genio; ma non ho spiegato come sorgano le varietà così differenti dei genî. Non già - egli intendeva - che i genî differiscano essenzialmente fra loro per qualità. L'eccellere nella pittura piuttosto che nella matematica o nella strategia, non cambia punto la natura dei genî; come il variare nel sistema di cristallizzazione romboedrica o esaedrica non cambia la natura chimica del carbonato calcare, essendo in tutti comune l'esplosione, l'intermittenza, la creazione del nov...

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