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  • av Platone
    349,-

    CRITONE.I.Chi era, Socrate, quello col quale tu discorrevi jeri nel Liceo? E' c'era pur una gran folla intorno a voi, sicchè io, che avrei voluto sentire, non potetti avvicinarmi tanto che mi riuscisse d'intender nulla. Però, mi alzai sulla punta de' piedi, e gli guardai in viso, ed e' mi parve un forestiero quello col quale tu discorrevi. Chi era egli?SOCRATE.Ma di chi tu dimandi? Giacchè ce n'era due, non uno...

  • av Platone
    349,-

    CEFALO Noi ci movemmo di casa, da Clazomene, per andare a Atene; e là giungendo, ci abbattemmo a Adimanto e Glaucone, nella piazza. Adimanto, pigliatomi per mano, disse: - Ti saluto, o Cefalo; se mai ti abbisogna cosa di qua, che noi possiamo, di'. Risposi: - Io sono venuto per cotesto, ché io ho bisogno di voi. Ed egli: - Che hai tu bisogno? Ed io: - Il fratello vostro per madre, che nome ha? non me ne ricordo io, ch'egli era giovinettino quando ci venni la prima volta da Clazomene: è tanto! il padre avea nome Pirilampo, mi par cosí..

  • av Platone
    285,-

    ECHECRATE Ci eri proprio tu, o Fedone, quel giorno nel quale Socrate bevve il veleno nella carcere, o te l'han contato? FEDONE Ci era proprio io, Echecrate. ECHECRATE E che è ciò ch'egli disse avanti di morire? e come è morto? io avrei voglia di saperlo. Ora cittadini di Fliunte non ce ne va piú nessuno ad Atene; e forastieri è tanto che non ce n'è capitati di là, i quali ci recassero chiare novelle: salvo ch'egli morí bevendo veleno; e null'altro. FEDONE E non v'han neppure contato come fu fatto il giudizio? ECHECRATE Questo sí, ce l'ha contato un tale; e ci siamo maravigliati che passasse tanto tempo dopo la condanna, innanzi ch'egli fosse fatto morire. Come fu, Fedone? FEDONE Per ...

  • av Platone
    285,-

    : La vostra dimanda non m'ha colto alla sprovvista, par a me; ché è poco, da casa mia, dal Falero, mi toccò a venire su in città. Ora un tale dei miei conoscenti, di lungi, m'aocchiò da dietro, e mi diè una voce in maniera scherzosa dicendo: - Eh tu, Falerese, Apollodoro, non aspetti eh? - Io sto, e aspetto. Ed egli: - Io cercavo di te pur ora, Apollodoro mio, per la voglia che io ho d'aver conoscenza degli amorosi ragionamenti fatti al banchetto da Agatone, Socrate, Alcibiade e quegli altri che vi si trovavano. Parlommene sí un tale che li aveva sentiti da Fenice, il figliuol di Filippo; ed egli mi disse che li sapevi anche tu: tanto per parte sua mi lasciò in un bel buio. Va', contame...

  • av Platone
    285,-

    SOCRATE Dove, caro Fedro? e donde? FEDRO Da Lisia, o Socrate, il figliuol di Cefalo, e me ne vo a spasso fuor le mura; che ben l'ho passata lí a stare a sedere sin dal mattino. E all'amico tuo e mio dando io mente, ad Acumeno, passeggio per le vie aperte; che, dice cosí, ci s'invigorisce piú che ad andar sotto a' loggiati. SOCRATE E' dice bene, o amico; ma Lisia era in città, pare? FEDRO Sí, da Epicrate; qui a casa Morico, qui, presso all'Olimpio. SOCRATE Che vi si è fatto? O gli è certo v'ha convitato Lisia, dandovi a mangiar le sue orazioni. FEDRO Saprai, se hai tempo di camminare tu, e prestarmi orecchi. SOCRATE Che? non credi tu che la cosa dell'aver novella della conversazione ...

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