av Ivor Prickett
609,-
Un termine che spesso ritorna nei lavori di Ivor Prickett ¿ fotografo irlandese, classe 1983, tra gli sguardi più interessanti della fotografia contemporanea ¿ è home, ¿casä. Dal 2006 in poi, nelle sue immagini che registrano i tumulti e le vicissitudini dei diversi fronti di guerra che hanno sconvolto e ancora sconvolgono l¿Europa, per molti la casa è un miraggio lontano, una perdita irreparabile, un luogo del ricordo dove le centinaia di displaced della guerra non riusciranno forse a tornare mai, il sogno di chi è ormai costretto ad accontentarsi di centri di raccolta, campi profughi, sistemazioni momentanee che rischiano di diventare poi tragica e assoluta permanenza. No Home from War è il titolo di questa bellissima retrospettiva, la prima italiana, realizzata in contemporanea con la mostra omonima che inaugura a Reggio Emilia, presso la Fondazione Maramotti, per il Festival Fotografia Europea. ¿Non si torna a casa dalla guerrä, ci avverte Ivor e nelle sue immagini a colori, perfette nella loro costruzione plastica, intense e struggenti nei colori tenui, ritroviamo i volti e i gesti di chi ha perso tutto, casa e identità. In oltre cinquanta grandi immagini, Prickett ci invita così a percorrere con lui un viaggio, nello spazio e nel tempo. Partendo da una dimensione intima e domestica, caratterizzata dai con itti umani e sociali in Croazia e Abkhasia, il fotografo si è spostato nei luoghi di migrazione forzata, nelle terre di ricercato rifugio in Medio Oriente e in Europa, no a giungere in prima linea nelle zone di combattimento come l¿Iraq o la martoriata Ucraina, documentata proprio in questi ultimi mesi. Un lavoro magistrale, intenso e delicato di uno dei giovani maestri della fotografia e del fotogiornalismo internazionale. Con un testo di Arianna Rinaldo. Il catalogo esce in contemporanea con la mostra che inaugurerà il 30 aprile 2023 preso la Collezione Maramotti, Reggio Emilia, nell¿ambito del Festival Fotografia Europea.