av Domenico Martusciello
335,-
Sua Eccellenza Angelo Losito, Cardinale di Santa Romana Chiesa e Arcivescovo di Milano, ha fatto della lotta contro la povertà e la fame nel mondo, il compito principale della sua missione pastorale. E' pubblicamente risaputo che, per intuibili motivi, tra lui e Ugo Martinoni, l'uomo più ricco d'Italia e tra i più ricchi del mondo, non corre buon sangue. Il malanimo che serpeggia tra i due, raggiunge il suo apice quando il Magnate decide di fare il suo ingresso nell'agone elettorale con il centrodestra, sì da correre per la guida del Paese. L'alto prelato, nella certezza, da molti condivisa, che trattasi di mossa dettata dal tornaconto personale, che pertanto nulla di buono procurerà alla classe povera, avverte il dovere morale di attivarsi per cercare di sbarrargli la strada. Lo fa intervenendo con discrezione nella politica e con i mezzi di cui dispone: il pulpito e le interviste che concede ai media, ma sempre esprimendosi in modo allusivo e senza mai citarlo esplicitamente. E' un potenziale pericolo fisico, quello cui inconsapevolmente si espone, poiché offre l'opportunità a un'organizzazione criminale internazionale di stampo comunista, di progettare un attentato alla sua vita, che, se eseguito con successo, ne farebbe inevitabilmente ricadere il forte sospetto sul Tycoon, se pure come mandante, costringendolo ad abbandonare la scena politica. E' questo lo scopo che l'organizzazione si propone di perseguire. In un'atmosfera carica di tensione frutto di una miscela di cospirazione e intrighi politici, spionaggio, omicidio, ma anche amore, la narrazione porterà, attraverso colpi di scena, a un epilogo tutt'altro che scontato.